Dakhil al-Khalifah
E' un poeta e giornalista kuwaitiano nato nel 1964 nella
città di al-Kuwait. Ha interrotto gli studi dopo aver conseguito il diploma
superiore presso il dipartimento letterario a causa di una situazione familiare
difficile. Ha lavorato nella sezione culturale della rivista kuwaitiana ‘Arab e nel corpo militare del Ministero
dell’Interno, oltre a essere caporedattore di ’Awan e al-Majalis e redattore di al-’Anba’,
al-Siyyasah e al-Wasat nelle sezioni degli affari locali, affari esteri, sport,
cultura, arte e supplementi. Ha contribuito alla fondazione del Forum culturale
del martedì col poeta egiziano Nadi Hafiz e gli scrittori Muhammad al-Sa‘id e
Karim al-Hazza‘ nel settembre del 1996. Ha pubblicato alcuni dei suoi articoli
e delle sue poesie nei giornali e nelle riviste locali e del Golfo.
Tra
le sue raccolte poetiche:
- Occhi
sulle porte dell’esilio, 1993;
- Il
mare si siede a gambe incrociate, 2000;
- Il
deserto esce dallo spazio della maglia, 2007;
-Una
mano mozzata bussa alla porta, 2011;
- Salendo
verso il fondo del pozzo, 2014;
-Ripensate
a quel cimitero, 2016.
1.
Delusioni
unite solo dalla patria
A
Suzanne Alaywan e Istabraq Ahmad
(1)
Prigione:
Questa
notte
salteremo
insieme in aria,
forse
ricadremo in alto!
Ridiamo
delle nostre delusioni i cui
piedi
penzolano dalle nostre anime
e
di sogni
che
richiedono un visto d’ingresso!
***
(2)
Cani:
Nelle
case di legno
vedevamo
Dio sorridere della nostra innocenza.
Nella
città
non
sentivamo altro che i latrati dei cani
e una
storia camminare con le gambe rotte!
***
(3)
Cadavere:
Mi
sono tolto le dita dalla mano
e
ho messo la testa tra due ganci,
così,
nel vuoto!
E quando passano quelli che ridono dei loro guai,
si prendono gioco di un’ombra
senza
testa
e d’una mano che cerca le dita
nelle
tasche del cadavere!
*****
(4)
Stanza:
Odio
i respiri inquinati
e i
cuori avvolti di nero.
Odio
la panca,
quando
scuote dallo schienale
il lamento di un amante non corrisposto.
Odio la stanza
quando
è
solo
un cielo in un cuore nero!
**********
2.
finta
esercitazione
Lo
spazio cammina con testa molle,
mentre
io, senza piedi,
mi
esercito a camminare nell’aria.
Lo
spazio
sono
le mie dita quando ne manca una.
Ho preso un
pugno d’illusione,
l’ho cosparso sulla testa nell’ora noiosa del pisolino.
Ho
corso sulle mie ferite
per
tagliare la corda per primo,
per
essere in prima linea tra i morti.
E a nessuno,
a
nessuno importa
di
un’ombra senza piedi!
**********
3.
Prigione
Ogni
volta che ho messo il cuore in gabbia,
ho trovato la sua porta
aperta
e
me stesso imprigionato dalla fuga!
Mi
fa male quando mi insinua un’ombra
e
il cuore mi rotola fuori dal corpo.
Mi ferisce
l’amore quando volteggia senza ali.
Mi ferisce
la paura quando esce senza vestiti.
Mi ferisce
il ciglio quando è affilato come una lama
che
pugnala
e
sparisce!
Tutti
questi spazi sono la mia casa,
ma
io sono solo… solo,
come
il mio cuore.
Conto le ferite come conto i peli bianchi nella barba
e la porta della gabbia è aperta!
Traduzione di Patrick Di Croce

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