‘Abd al-Wahab Latinus
Il
giovane poeta ‘Abd al-Wahab Muhammad Yusif, conosciuto col suo pseudonimo letterario ‘Abd al-Wahab Latinus, è nato nella città di Nyala nel
1994. Ha studiato Economia e Scienze politiche all’Università di Khartum.
Membro del progetto “Il pensiero democratico” e dei gruppi di lettura per il
cambiamento. È morto in un tragico e doloroso incidente in cui è stato inghiottito
dal Mar Mediterraneo durante la sua traversata
verso l’Europa; ha predetto la sua morte nella
poesia “Morire in mare aperto”. L’ultima cosa che ha scritto il poeta è stata
“Invano andrai incontro alla tua morte”. È stato pianto da molti poeti e
scrittori in Sudan e nel mondo arabo. È morto nel 2020.
Morire
in mare aperto
Morire
in mare aperto,
dove
le onde sbattono rumorosamente nella tua testa
e
l’acqua fa ondeggiare il tuo corpo
come
un gommone squarciato.
Oppure
morire su una terra deserta
dove
il freddo crudo rode il tuo corpo,
allora fuggi, addolorato, a te stesso.
Morire
da solo
abbracciando
la tua ombra, dal colore sbiadito
che
diventa un mero fantasma gelatinoso
che
nessuno riesce a comprendere.
Tutto ciò non fa alcuna differenza.
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Fuggirò
da una patria
Fuggirò
da una patria che mi infiamma la schiena di frustate
notte
e giorno.
Fuggirò
da una donna che non sa come nutrire la mia anima,
il
nettare del suo corpo.
Fuggirò
da ogni cosa,
correndo via incurante verso il nulla.
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Settimo
maqām sull’esilio
Al
vecchio compagno Thomas Sankara,
la
divinità presto tradita dalle forze del male!
(1)
Sei
solo in esilio.
La
follia penetra nella tua anima,
la
tua anima divenuta macerie
come
un nido di ragni!
La
metà di te è viva, mentre l’altra metà
è
gravata dal peso dell’insensatezza!
(2)
Eccoti,
il figlio del nulla,
cade
da te la vita,
foglia
dopo foglia, come un fiore invaso dalla siccità
si inaridisce e avvizzisce,
poi
si sgretola dentro un denso nulla,
che
ti inghiotte ed è come se non fossi mai esistito!
(3)
Eccoti,
come un quadro dai colori stesi
da
pennellate di un pittore pessimista
che
nulla vide della vita se non la miseria!
Un
pittore ben noto agli scantinati tristi,
ai
marciapiedi stretti e affollati
di
fantasmi umani che lanciano maledizioni!
Un
pittore ben noto ai bar degli ubriaconi di notte,
alle
bottiglie di vino scadente,
all’uscio dei bordelli
e alle braccia delle prostitute!
(4)
Eccomi, un grido del nulla
sul
filo del coltello dell’esistenza.
Il
pianto di Dio che grida
il
suo dolore silenzioso,
la
sua piccola colpa sul concetto di volontà divina!
(5)
O
forse una prostituta dal corpo roseo
dopo
una serata, tagliata dalla veste del peccato
si
alza dal letto della libidine
nuda,
i seni corteggiano
le
tende della stanza in penombra!
(6)
Chi
non ha lasciato i lembi del suo cappotto
sulle
sedie logore del bar,
chi non ha visto qualcuno vomitare il vino
e
la tristezza fuoriuscire dalla bocca
come
le farfalle del mattino,
chi
non ha conosciuto il significato del perdersi
dopo
una notte maledetta di ubriachezza,
a chi non ha straziato il corpo l’afflizione della
nostalgia
per
una patria da cui è stato svezzato
prematuramente,
chi
non ha assaporato tutto questo,
non
è degno di dire una parola a nessuno,
di
sputare in faccia alla vita
o
di scrivere un testo, come una rivelazione
che
scioglie la pietra del nulla!
(7)
In
esilio la vita è devastazione che sgorga dalla bocca di Dio,
regno
ai confini di un inferno il cui fuoco imperversa!
In
esilio la vita è una carcassa morta che non attira
i
cani sciolti, né i gatti randagi!
In esilio sola morirà l’innocenza,
impiccata
per
mano degli Dei dell’oscurità.
Morirà
l’innocenza strangolata, con occhi sgranati
per la tragedia di un dannato tradimento!
Traduzione di Patrick Di Croce

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Grazie mille