La sventura di Gilgamesh / Abdulkareem Kasid

Abdulkareem Kasid




Poeta, scrittore, traduttore e critico iracheno, nato a Bassora, nel 1946. È considerato uno dei maggiori poeti in Iraq e nel mondo arabo. Ha ottenuto una laurea in filosofia dall'Università di Damasco, e un master in traduzione dall'Università di Westminster, a Londra. Ha lavorato come insegnante di lingua araba in Iraq prima, poi in Algeria. Ha dovuto abbandonare l'Iraq nel 1978, quando Saddam Hussein è salita al potere. Si è recato prima nel Kuwait, per andare successivamente nello Yemen. Infine è fuggito a Londra, nel 1990, dove risiede tuttora.

La sua prima raccolta "I bagagli" è stata pubblicata nel 1975, per essere poi seguita da altre 16 raccolte, l'ultima del titolo: "Chi conosce la terra? Chi conosce il cielo?", pubblicata nel 2020.

Ha anche una raccolta di racconti e un'opera teatrale. Oltre a una decina di libri tradotti dal francese e dall'inglese.




 

La sventura di Gilgamesh

 

Tornato dalla sua avventura

Gilgamesh non trovò le mura di Uruk

(dove sono sparite?)

Non trovò il fiume

(eppure era un mare!)

e nemmeno la casa

(casa sua)

Né tantomeno l’antico tempio.

Si ricordò del serpente

E se ne andò guardingo.

Da allora

nessuno vide Gilgamesh.

 

Gilgamesh

O antenato

nessuno ti aspetto qui

nessuno.

 

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Le barche

 

 

le barche presso le siepi

navigano nella luce

tinte di nebbia.

 

Arrivano e se ne vanno nel buio della notte

arrivano e se ne vanno nell’oscurità dell’anima

vi è un sussurrio tra me e le barche

tizzone di una sigaretta spenta

e vi sono ombre che se ne vanno.

 

Che brezza leggera!

Mi sta accarezzando adesso

mi spinge come barca nella nebbia.




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Massima conclusiva

 

non sapevo

che la strada percorsa andando

era quella del ritorno

che i miei sogni giacevano alle mie spalle

e che io altro non ero

se non ombra in cammino

di un uomo fermo.

 


 

Traduzione di Gassid Mohammed




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