Shirihan al Tayyeb
Giovane poetessa sudanese, ha scritto poesia dalla sua tenera età. È studentessa in Odontoiatria, all'Università di Khartoum. È stata la seconda classificata nel premio di poesia ICESCO (in Marocco). Ha partecipato in vari festival di poesia nel mondo arabo. Al Tayyeb scrive sia poesia araba classica, rimata e ritmata, sia poesia in prosa.
Oltre le
mura del tempo
(1)
Mi è
difficile immaginare l’aspetto della vita senza di te!
Sabbia
mobile sembra il terreno, mi inghiotte ogni volta che lo calpesto
e l’aria
è carica di pugnali in agguato per me
tra i
rami della foresta abbandonata
e le
giungle del mio cuore
la notte
sola tiene compagnia alla solitudine della mia anima.
Corre la
vita!
Un piede
nel fango e un altro nel vento
Questo
fuoco che mi incendia il cuore brucia gli alberi del tempo
e nulla
rimane che la cenere dell’attesa...
I venti
della nostalgia sono autunnali e piovosi
e il mio
cielo tuona e lampeggia.
La mia memoria
trafitta
sanguina
un caldo desiderio...
Il
nostro incontro posticipato da migliaia di attese...
Oltre le
mura del tempo,
in un
solo istante ho smarrito la rotta
come un
passero che non ha ancora trovato il suo nido.
grida la
vita!
Ma le
mie orecchie non odono.
Tutto
attorno a me finge equilibrio!
La tazza
di caffè, nero per il troppo dolore per te.
Il mio
specchio colpito dalla cecità e lacerato dal mio viso madido delle tue
reminiscenze
ha
preferito la morte e la frammentazione al non sognarti...
La mia
finestra continua a caricare il passero dei suoi fardelli ogni mattina
e i
rotoli delle mie poesie che non usciranno...
I miei
occhi due altalene
Tanto
turbati dalla tua assenza...
La mia
vita è una rosa!
Attende
la pioggia delle tue nubi...
Tutto
questo vuoto strangola i miei polmoni!
E io
sono un passero che vola oltre le mura del tempo
in cerca
di un istante sospeso e di un nido smarrito...
(2)
Avrei
voluto che ci fossimo incontrati...
che la
strada mi compatisse e smettesse di correre in senso opposto a noi e di
allungarsi.
Che il
tempo ci concedesse un momento al di fuori di esso
per
fondere l’io e il tu e farci assaporare l’eternità.
Avrei
voluto che ci fossimo incontrati...
per
spiegare la lingua del passero all’albero abbandonato
e per filare
il velo delle mattine insieme,
perché
sono stufa di filare la notte.
Avremmo
potuto incontrarci...
se non
fosse per l’ansia dei pesci
insistenti
quando escono dall’acqua.
*****
Così mi
ha detto l’upupa
Non
essere mai poeta
perché piangerai
molto come una nuvola generosa che,
rattristata
dalla sete del deserto, si taglia le vene
Ti farà
soffrire la farfalla predata dalla natura,
che qualche
istante fa è atterrata sul tuo palmo.
La rosa
ti ucciderà prima della spada, perciò, non essere poeta...
Potresti
ridere quando gli altri piangono e piangere quando ridono.
Eri
abituato a essere diverso, perciò non preoccuparti...
Ti
abituerai a essere penetrato dalla luce
ad abbandonare
il tuo corpo e ad andartene leggero come il vento
perciò
non ti percepiranno gli occhi degli specchi.
Ti custodirà
il marciapiede con cui parlavi al mattino,
e
l’albero sopra di te ti stringerà con i suoi rami per scaldarti
e ti
manda un uccello ogni volta che ne senti la mancanza
per annunciarti
l’interpretazione di una qualche poesia
perciò
non assentarti...
Nascerai
come desideri in ogni testo,
ma sarai
morto al suo completamento...
Cadranno
petali dalla tua vita,
mentre ti
pettini i capelli allo specchio e assumi l’aspetto di tuo padre,
dopo
aver indossato una maschera nuova
perciò
fai attenzione prima che cada il tuo ultimo petalo...
Potresti
inondare di lacrime la sabbia della tua memoria che dimentica,
non
disperare, i luoghi ti ricorderanno
perché
la memoria dei luoghi non erra...
La tua
ombra ti precederà di due passi, per celare il sole,
non
temere perché sei il sole, fintanto che ti incendi, risplendi...
*****
Il buco
nella memoria si espande ulteriormente!
quanto
una porta
ma non
vi è luce qui
l’oscurità
inghiotte ogni cosa,
la mia
voce presa in prestito dagli uccelli,
donandomi
il patibolo del silenzio,
una
risata squarciata dalla mano del tempo
occhi
contorti attorniati da ciglia di aculei.
Passi
custoditi dalle mie orecchie sin dalla nascita.
Chi
persuade i miei piedi a non allungarsi quanto la notte?
È come se
nel mondo atomico fluissi in sabbia
e ogni
volta che calpesto un granello
sento gemere
la mia voce.
*****
Sortilegio
eterno
Solo sulla
scena della mente, steso,
mentre
sono tra la freccia della sonnolenza e l’arco della veglia
guardo l’adoratrice
del fuoco lanciare le sue trecce nello spazio
il
violino dice:
nascono
i desideri vergini con un primo sospiro dell’incenso
cerco i
tuoi occhi tra il fumo
perché
tra me e te ci sono due altalene di poesia,
aliti gelidi
da una finestra.
Il
cantante dice con tutta la sua raucedine:
“Appartengo
al mio amato e io e il mio amato alla sua stella errante apparteniamo”
Ma io
non posseggo altro che bagagli riempiti di miraggio.
...
Perché sono il profeta dei poveri.
Sono
arrivato col vento, asciugo le lacrime della terra
e il mio
sortilegio eterno è
avere
paura dell’assenza, ma allo stesso modo
ho paura
di avvicinarmi.
Traduzione di Patrick Di Croce
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